Se hai scelto di non accettare i cookie di profilazione e tracciamento, puoi aderire all’abbonamento "Consentless" a un costo molto accessibile, oppure scegliere un altro abbonamento per accedere ad ANSA.it.

Ti invitiamo a leggere le Condizioni Generali di Servizio, la Cookie Policy e l'Informativa Privacy.

Puoi leggere tutti i titoli di ANSA.it
e 10 contenuti ogni 30 giorni
a €16,99/anno

  • Servizio equivalente a quello accessibile prestando il consenso ai cookie di profilazione pubblicitaria e tracciamento
  • Durata annuale (senza rinnovo automatico)
  • Un pop-up ti avvertirà che hai raggiunto i contenuti consentiti in 30 giorni (potrai continuare a vedere tutti i titoli del sito, ma per aprire altri contenuti dovrai attendere il successivo periodo di 30 giorni)
  • Pubblicità presente ma non profilata o gestibile mediante il pannello delle preferenze
  • Iscrizione alle Newsletter tematiche curate dalle redazioni ANSA.


Per accedere senza limiti a tutti i contenuti di ANSA.it

Scegli il piano di abbonamento più adatto alle tue esigenze.

Libia: ministro, aiutateci a disarmare signori della guerra

Non tutti i miliziani sono terroristi, possibili anche soluzioni politiche

18 settembre 2014, 20:00

Redazione ANSA

ANSACheck

Miliziani in Libia (archivio) - RIPRODUZIONE RISERVATA

Miliziani in Libia (archivio) -     RIPRODUZIONE RISERVATA
Miliziani in Libia (archivio) - RIPRODUZIONE RISERVATA

(ANSAmed) - ROMA - Da Roma il ministro libico uscente Salah Bashir Marghani si è appellato alla Comunità internazionale e all'Italia affinché aiutino la Libia a smantellare le milizie in lotta nel paese, anche minacciando deferimenti a tribunali Onu contro i crimini di guerra ma senza condurre bombardamenti o invasioni. "C'è bisogno di aiuto" per la Libia e per "la stabilità della regione" e, "per questo, mi appello ai nostri amici e vicini" affinché forniscano "ogni tipo di aiuto, buono e positivo", ha detto Marghani in un incontro con la stampa estera a Roma. "Altrimenti potremo dover far fronte ad un failed state", ad un "paese fallito", ha aggiunto dopo aver premesso che in particolare "l'Italia può giocare un grande ruolo in questo scenario" di sostegno al governo libico.

Il problema della Libia è "la diffusione delle armi" e la "comunità internazionale dovrebbe aiutare" ad eliminare un "arsenale" che, finito in mani sbagliate, ora "deve essere smantellato" in parallelo con l'attuazione di una "soluzione politica". "Non mi sto appellando ad una campagna di bombardamenti" o a un intervento di truppe di terra, con "scarponi sul suolo", ha esplicitato il ministro, ricordando che in Sudan e Somalia l'uso della "forza" non ha posto fine alle guerre civili. Marghani invece ha chiesto il sostegno della comunità mondiale e dell'Onu anche per poter comminare in maniera credibile condanne presso un Tribunale penale internazionale ai "signori della guerra" che, ha sostenuto, "temono" quella Corte.

Con riferimento all'Italia, il ministro ha ricordato che un paese in guerra - e per giunta solo "punto di transito" per migranti - può controllare i flussi migratori "solo a stento". Marghani ha definito "improbabile", per una "mia scelta", di essere confermato nel nuovo "governo di unità nazionale" che "sarà presentato nei prossimi giorni" in Libia

Non tutte le milizie che combattono in Libia sono formazioni terroriste come Ansar al Sharia ed è possibile fermarle con concessioni costituzionali e politiche, ha evidenziato ancora Marghani. "Credo fermamente che molti leader di quei gruppi arriveranno ad un'intesa. Non sono tutti cattivi", ha detto. Certo, ha aggiunto, il gruppo Ansar al Sharia è "terrorista" e per esso ""non c'è spazio nello spettro politico" del Paese.

Peraltro questi jihadisti rappresentano "una percentuale molto piccola dei gruppi armati". "Il numero di persone che ricorrono al terrore", ha sostenuto Marghani, "non è molto alto" e saranno al massimo "alcune centinaia", i casi in cui dovrà essere applicata la nuova legge anti-terrorismo del Paese.

Gli altri raggruppamenti avanzano "rivendicazioni o localistiche o politiche": molte "possono essere affrontate o nella Costituzione" o in altri ambiti, ha sostenuto ancora l'esponente libico.

Rispondendo ad una domanda sull'ex-generale Khalifa Haftar impegnato in combattimenti contro jihadisti a Bengasi, il ministro ha negato che il governo abbia una "alleanza" con lui.
Anche questo ufficiale "in pensione" deve "rispettare gli ordini del governo" perchè, se non lo farà, "potrebbe essere posto fuori legge" e accusato di "crimini di guerra", ha sottolineato Marghani.

Per la prima volta il parlamento libico ha varato una legge anti-terrorismo che commina pesanti condanne al carcere per chi perpetra atti terroristici, ha annunciato ancora il ministro Marghani. Vista la situazione sul terreno, per ora la legge sarà applicata solo nelle zone "sotto il controllo governativo" e quindi non a Tripoli e Bengasi, ha ammesso il ministro parlando in una conferenza stampa, dicendosi certo però che la sua applicazione avverrà anche in queste due città-chiave una volta che torneranno ad essere controllate dall'esecutivo. La legge, ha spiegato Marghani, definisce "chi possa essere considerato terrorista" risolvendo un "problema" esistente finora in un paese in cui peraltro "tutte le forze politiche", e "anche i partiti islamisti, sono contro il terrorismo"."I libici in genere sono moderati", ha sottolineato il ministro.

La legge fra l'altro commina il carcere a vita a chi forma o dirige un'organizzazione terroristica e almeno dieci anni di reclusione a chi ne fa parte.

 

Riproduzione riservata © Copyright ANSA

Da non perdere

Condividi

O utilizza

Ultima ora Mondo

Errore 404 - Pagina non trovata - ANSA.it Libia: ministro, aiutateci a disarmare signori della guerra - Politica - Ansa.it
404

Pagina non trovata

Le cause principali per cui viene visualizzata una pagina di errore 404 sono le seguenti:

  • un URL digitato erroneamente
  • un segnalibro obsoleto
  • un collegamento datato proveniente da un motore di ricerca
  • un link interno interrotto non rilevato dal webmaster.

Se riscontri il problema, ti invitiamo a contattarci per segnalarlo.

Grazie.