L'Italia può farsi "promotrice di un
modello innovativo che vada concretamente incontro ai bisogni di
crescita economica di lungo periodo dei Paesi africani e sia in
linea con i propri interessi di prosperità e sicurezza
condivisa. Ciò significa innanzitutto focalizzarsi sulle energie
rinnovabili e sulle materie prime critiche". Lo scrive il think
tank italiano per il clima Ecco in vista del summit
Italia-Africa che si terrà a Roma la prossima settimana.
In una lunga analisi su 'Opportunità e rischi del piano
Mattei', Lorena Stella Martini, analista di politica estera in
Ecco, osserva che "per diventare un partner sempre più credibile
ed esercitare maggiore influenza sul continente africano a
livello tangibile e sul lungo periodo, l'Italia deve sfruttare
l'opportunità rappresentata dalla crescita verde e dalla
transizione energetica". Affinché il Piano Mattei "lanci una
nuova fase del rapporto italo-africano è necessario superare
narrative energetiche legate a tradizionali concetti sulla
sicurezza energetica e al ruolo degli idrocarburi - rileva
l'analista - Soluzioni smentite dal punto di vista fattuale,
nonché in contraddizione con una crescita realmente inclusiva e
sostenibile per l'Africa e in linea con gli obiettivi
climatici".
Oltre il 40% della popolazione africana non ha accesso
all'energia, con punte molto più elevate in Africa Subsahariana,
ricorda Martini ritenendo necessario "l'accesso universale
all'energia come condizione necessaria per una crescita
economica stabile". Uno sviluppo basato sulla transizione
permetterebbe di sfruttare "le risorse rinnovabili di cui il
continente africano è ricco" visto che dispone "di circa il 60%
a livello mondiale di tutte le aree idonee alla produzione di
elettricità da fotovoltaico, oltre ad ampie zone costiere
oceaniche ideali per l'energia eolica, bacini fluviali per
l'idroelettricità e, soprattutto nella valle del Rift, di un
grande potenziale geotermico".
L'Africa può anche contare "su un'ingente disponibilità di
materie prime critiche visto che detiene oltre il 40% delle
riserve globali di cobalto, manganese e metalli del gruppo
platino, tutti minerali fondamentali per le batterie e le
tecnologie dell'idrogeno" aggiunge l'analista di Ecco.
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