(di Enrica Piovan)
L'obbligo di spalmare i crediti del
Superbonus su 10 anni riguarderà solo le spese sostenute nel
2024. Una retroattività, dunque, "limitata", prova a rassicurare
il governo dopo l'allarme lanciato da banche e costruttori di
fronte alla nuova stretta per limitare l'impatto della valanga
del superbonus sui conti pubblici, a partire dal debito. Ma la
precisazione non attenua le preoccupazioni e anzi si amplia il
fronte dei contrari, cui si aggiunge ora anche il 'no' di
Confindustria.
"Comprendiamo bene le difficoltà del governo per impedire che
la coda dei crediti da Superbonus metta a rischio il deficit
programmatico di questo 2024. Tuttavia, in nome della certezza
del diritto non ne condividiamo l'eventuale irretroattività",
avverte il vicepresidente di Confindustria Maurizio Marchesini.
Il governo può disporre lo spalma-crediti per decreto legge a
vigenza immediata, "ma allora lo si applichi solo per crediti
maturati da spese sostenute successivamente a quella data",
aggiunge il numero due di viale dell'Astronomia, che invoca un
tavolo di confronto, anche in vista dei nuovi incentivi che
serviranno per attuare la direttiva Ue sulle case green.
Un monito che arriva a poche ore di distanza dal chiarimento
del sottosegretario all'economia Federico Freni: "Lo ha detto il
ministro, e io ribadisco, la retroattività è limitata alle spese
sostenute nell'esercizio fiscale vigente alla data di entrata in
vigore della norma, e quindi a tutte le spese sostenute
nell'esercizio del 2024", spiega Freni a margine dei lavori
della commissione Finanze del Senato sul decreto Superbonus,
dove domani è atteso l'emendamento del governo con la nuova
stretta. La misura era stata anticipata ieri in commissione
dallo stesso ministro Giancarlo Giorgetti, che ha anche
evidenziato come l'intervento consentirà una correzione del
deficit pari a oltre 1 punto di Pil (2,4 miliardi) in due anni,
allineando gli obiettivi a legislazione vigente indicati nel Def
2024 con quelli programmatici della Nadef 2023: "a tal fine - ha
spiegato - sono necessari 700 milioni nel 2025 e 1,7 miliardi
nel 2026".
Ma sull'obbligo di spalmare i crediti su 10 anni sono in
molti a condividere i timori espressi già ieri da Ance e Abi sui
possibili effetti di una norma retroattiva. Sarebbe "una bomba a
orologeria che metterebbe in ginocchio le imprese alimentando
contenziosi che coinvolgerebbero aziende, banche e famiglie",
avverte l'Alleanza Cooperative, che ha affidato il proprio
appello ad una missiva a Giorgetti. Federcontribuenti mette in
guardia: se la norma verrà applicata "alle imprese non rimane
altro che fare causa allo Stato per i danni subiti". Mentre
Confartigianato auspica che trovino riscontro nella proposta di
modifica dell'esecutivo "le dichiarazioni del sottosegretario
Freni, secondo cui l'obbligo viene limitato alle spese sostenute
nel 2024". Sul fronte politico fa sentire la sua voce l'ex
premier Giuseppe Conte: "Giorgetti non ha saputo governare il
superbonus": "Se è stato un Vajont come dice l'autore è lui, si
dimetta", afferma il leader del M5s per il quale il ministro
dell'Economia è "incapace di governare i conti".
Cresce dunque l'attesa per vedere nero su bianco il testo
dell'emendamento del governo, che conterrà anche altre novità.
Allo studio, secondo quanto spiegato da Giorgetti in
commissione, c'è anche l'esclusione per i beneficiari delle
detrazioni di poter optare per la cessione del credito per le
rate residue non ancora fruite, ma anche una stretta all'uso dei
crediti per compensare i debiti previdenziali. E' allo studio
anche "una norma che si occupi di quelle situazioni in cui la
cessione del credito ha configurato operazioni che, per
analogia, potrebbero essere definite usuraie". E se per il Terzo
settore è in arrivo un fondo ad hoc, l'ampliamento del perimetro
delle zone colpite da eventi calamitosi "dovrà essere
adeguatamente valutata sotto il profilo finanziario". Infine per
il Comuni è in arrivo il potenziamento dell'attività di
vigilanza e controllo sui cantieri del Superbonus, con un
incentivo pari al 50% degli incassi.
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